La nonna Alfea lo metteva in ammollo dentro la tinozza di plastica azzurrina, sotto la tettoia vicino al lavatoio. Ci rimaneva per tre giorni di fila e quando l’acqua scendeva fino a filo del pesce, voleva dire che era arrivato il momento di cambiarla. Lo curava come si cura una bambino appena nato, facendo attenzione a ricoprirlo bene, per evitare che in qualche parte rimanesse salato.