29 giugno 2015

Il Pan molle di Prato e il mio Expo


L’odore del tiglio, vicino al cancello della scuola, annunciava l’arrivo dell’estate. Il suo profumo era ovunque, metteva allegria, voglia di sentirsi liberi.
E’ il profumo che apre la mia estate, ancora adesso, ogni volta che sollecita le mie narici. A Giugno le classi si svuotavano di bambini con i grembiuli e quei tremendi fiocchi di nylon allacciati al collo, e le suore, messi via i libri di scuola, ci insegnavano a ricamare.
Iniziava così la mia estate di bambina, seduta in cerchio sopra una minuscola sedia all’ombra di un tiglio, e con un centrino in mano. 
Il punto erba, pieno o croce non erano proprio le mie passioni, avevo altro per la testa, era solo un momento di attesa, di preparazione al mondo allettante che mi aspettava nel pomeriggio.  
L’estate di prima, era lunga, arrivava fino a Ottobre, eppure tutti i giorni erano occupati da giochi e scorribande nei campi dietro casa. Ogni gioco era una sfida, come saltare i fossi senza farsi bucare dall’ortica, arrampicarsi più in alto sulle cataste di legna; che faticate; o giocare a nascondino nell’orto di Lido. Accucciata tra le canne di pomodori e le piantine di basilico, mi sentivo al sicuro nel mio nascondiglio segreto, nessuno mi poteva trovare, era una zona invalicabile per noi bambini. Tutto era preciso, ordinato, profumato, ci passavo le ore, tra le zucchine e i cocomeri gonfi di acqua.  Avevo l’estate a portata di mano, c’era solo l’imbarazzo della scelta.


D’estate si apparecchiava sotto il pergolato, o il verseau come lo chiamava il babbo, davanti alla cucina. A tavola, si cercava il refrigerio nei piatti semplici, Ia pappa al pomodoro, la panzanella o nel pan molle.
Tutti piatti toscani, della cucina contadina, fatti con l’avanzo del pane e le verdure prese dall’orto.
Il pan molle di Prato è stato introdotto dal babbo, con la sua personalissima versione, aggiungendo la ricotta.  A dire il vero, ognuno aveva la sua versione. Per non scontentare nessuno, la mamma sulla tavola metteva le fette di pane ammollato nel vino con gli aromi e le verdure condite a parte, e il suo modo mi è rimasto. Cipolla, sedano, pomodoro pisanello, cetriolo, ciascuno condisce il pane a modo suo, solo il basilico e la ricotta mettono d'accordo tutti. E’ un piatto veloce, semplice e fresco, fatto col riciclo del pane secco, giusto per non buttar via niente. Lo puoi presentare come piatto unico accompagnato con dei salumi, o semplicemente come antipasto. La ricotta ammorbidisce il sapore delle verdure fresche di stagione che legate al pane aromatizzato, ti regala un rinfrescante piatto completo.


Il pan molle di Prato

Ricetta: Piatto unico / Antipasto
Porzioni: 4

Tempo di realizzazione: 10 minuti
Tempo di riposo: 1 ora

Cosa ti occorre:
4 fette di pane toscano raffermo, io Gran Prato
700g acqua fredda
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano
1 bicchiere di vino bianco
2 cipolle rosse
4 foglie di lattuga
1 gambo di sedano
1 cetriolo
2 pomodori pisanelli
2 pomodori datterini
1 porro
1 rametto di basilico
100g ricotta di pecora
aceto
sale
pepe
olio d’oliva

Come devi fare:
Dentro una ciotola grande, metti l’acqua con il vino, l’alloro, i chiodi di garofano e una presa di sale, con un cucchiaio gira bene facendo sciogliere del tutto il sale. Lascia insaporire per un’ora circa, girando ogni tanto.
Pulisci tutte le verdure e tagliale a pezzetti e condiscile con olio, sale e aceto. Metti in ammollo le fette di pane nell’acqua aromatizzata, quando saranno inzuppate bene scola l’acqua facendo attenzione a non rompere le fette di pane, adagiale sopra un vassoio e condiscile con le verdure, qualche foglia di basilico, la ricotta, l’olio e il pepe.


Il mio Expo

A un invito all’Expo non si può rinunciare. In programma avevo messo una visita lampo, dalla mattina alla sera, a dirla proprio tutta avevo già il biglietto, invece Chiara e Giovanna hanno messo a disposizione la loro casa a Milano e i giorni sono diventati provvidenzialmente due. 
E’ stato un fine settimana intenso, fatto di scelte, si, perché in due giorni non si può visitare tutto; con volontari gentilissimi, file accettabili, piedi gonfi e tecnologie futuristiche. 
Se cliccate qua, troverete la mia introduzione all’Expo, scritta quando ancora era tutto un cantiere, ora invece vi lascio alle mie immagini, voglio che siano loro a parlare per me. Vi racconteranno come ho attraversato il mondo, partendo da Milano, legata da un filo chiamato cibo.














Padiglioni visitati: 
Zero, Italia, Nepal, Germania, Spagna, Giappone, Brasile, Israele, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Angola, Cina, Arzebaijan, Malesia, Vietnam, Svizzera, Stati Uniti, Svizzera, Bahrain
Un interessante Custer del caffè e il Future food distric 
Mostra d'arte: Il tesoro d'Italia
Visita il sito dell’ EXPO

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